30 Apr
QUELLI CHE TOLGONO I FIGLI AI GENITORI

Mi capita a volte di trovarmi davanti a persone disagiate o di basso livello e, vista la mia esperienza in prima persona, cerco sempre di indirizzarli al meglio perchè, non ci vuole niente che entrino in campo i servizi sociali.

Queste persone subdole, rovina famiglie che non dovrebbero nemmeno esistere, per quanto mi riguarda, che anzichè aiutare le famiglie in difficoltà, tolgono i figli. Sapete perchè? perchè è un business, per ogni figlio che tolgono, ci guadagnano sopra.

Nella mia esperienza, vedo figli portati via senza un motivo apparente, mentre chi maltratta veramente i figli è come se non esistesse. Nonostante le segnalazioni, nessuno interviene.

Ma chi può allertare i servizi sociali, oltre magari ai vicini impiccioni?

In Italia basta la segnalazione di un medico, un'istituzione scolastica o comunque qualcuno che abbia una sorta di "potere" per far si che una famiglia si ritrovi in casa i servizi sociali del Comune: una squadra formata non solo da assistente sociali, ma anche da educatori, psicologi e neuropsicologi. Il loro compito? Quello di accertare eventuali situazioni di disagio del minore all'interno della famiglia. 

Disagi che se all'interno della famiglia non esistono, loro li creano. Perchè una volta entrati nelle vostre vite, difficilmente ne usciranno, fino alla maggiore età del bambino. Quando vi va bene il bambino rimarrà con voi e dovrete subire l'invasione, la violenza psicologica di queste figure. Quando vi va male, o le madri finiscono in comunità col minore o ancora peggio egli stesso viene allontanato dai genitori.

Chi si assume l'onere di queste scelte è il giudice del tribunale dei minori, che però si basa sempre e solo sulle relazioni dei servizi sociali, che indirizzano di fatto il provvedimento del magistrato.

A volte i piccoli vengono allontanati perchè vittime di violenze o abusi, ma spesso e volentieri basta una situazione di precarietà economica o di "incapacità educativa" per permettere agli operatori di strappare i bambini ai loro genitori. In questo caso i minori vengono ospitati in case - famiglia gestite da associazioni e cooperative o affidate a nuclei familiari esterni, creando un vero e proprio trauma al bambino. E se i genitori, passato un certo periodo di tempo, continuano a non essere considerati "affidabili" dai servizi sociali, si può decidere anche per l'adozione.

Io stessa, da luglio 2016, ho ancora aperto lo stato di adottabilità. Sono stata considerata affidabile, in grado di fare la "mamma", ma il procedimento non è ancora stato chiuso.

In tanti si sono scatenati contro questi provvedimenti e i gli abusi di potere dei servizi sociali, ma ahimè ancora senza risultati concreti.

La Federcontribuenti nel 2014 ha addirittura formato una commissione d'inchiesta per indagare sulla normativa italiana rispetto a quella europea, con il sospetto che questi allontanamenti possano nascondere il subdolo scopo di alimentare il business delle adozioni ma anche e soprattutto delle case - famiglia. Si parla di un giro d'affari pari a 2 miliardi di euro all'anno alimentato da 35mila bambini dislocati in strutture private sostenute dai Comuni.

Quindi la domanda è: perchè gli enti pubblici non dirottano direttamente il denaro alle famiglie invece di finanziare le cooperative che si occupano di accoglienza e affido?

Semplice: niente soldi, niente business. Che schifo! E intanto a pagare sono sempre delle vittime innocenti!!! 

Commenti
* L'indirizzo e-mail non verrà pubblicato sul sito Web.
QUESTO SITO È STATO CREATO TRAMITE