28 Apr
ASSISTENTE SOCIALE: AIUTO O ROVINA FAMIGLIE?

Questa è una riflessione che da molto tempo mi porto dietro e ho deciso finalmente di mettere nero su bianco quello che penso su queste figure e sul ruolo che dovrebbero avere. Giusto qualche giorno fa, sono venuta a conoscenza dell'ennesimo allontanamento di un bambino di 3 anni, che andava in classe con mia figlia, figlio di 2 genitori sordomuti. La mamma e il bimbo sono stati mandati in comunità e allontanati dal padre, che da quello che ho potuto vedere padre e figlio sono sempre stati legatissimi.

Purtroppo i motivi mi sono ancora ignoti, ma indagherò ma l'assistente sociale che segue il nucleo familiare e di cui non mi vergogno e non mi preoccupo assolutamente di fare il nome, ha già rovinato parecchie famiglie e quasi nessuno la può vedere: per la privacy ho dovuto eliminare il nome e cognome, perchè la Sig.ra in questione ha deciso di farmi un esposto per calunnie e diffamazioni (per lei, perchè per me e altre famiglie sono tutte cose vere.) Questo blog non lo seguivo più dal 3 luglio perchè non avevo più tempo e non pensavo assolutamente che qualcuno lo vedesse. Ahahah mi viene da ridere: non ho paura di lei ne di quello che rappresenta, semplicemente continuerò a difendere tutte quelle persone che non sanno cosa fare o come muovermi. Hai capito?

Aperta questa parentesi, il codice deontologico dell'assistente sociale dovrebbe essere questo:

Art. 5 La professione si fonda sul valore, sulla dignità e sulla unicità di tutte le persone, sul rispetto dei loro diritti universalmente riconosciuti e delle loro qualità originarie, quali libertà, uguaglianza, socialità, solidarietà, partecipazione, nonché sulla affermazione dei principi di giustizia ed equità sociali. 

Art. 6 La professione è al servizio delle persone, delle famiglie, dei gruppi, delle comunità e delle diverse aggregazioni sociali per contribuire al loro sviluppo; ne valorizza l’autonomia, la soggettività, la capacità di assunzione di responsabilità; li sostiene nel processo di cambiamento, nell’uso delle risorse proprie e della società nel prevenire ed affrontare situazioni di bisogno o di disagio e nel promuovere ogni iniziativa atta a ridurre i rischi di emarginazione.

Art. 8  L’assistente sociale svolge la propria azione professionale senza discriminazione di età, di sesso, di stato civile, di etnia, di nazionalità, di religione, di condizione sociale, di ideologia politica, di minorazione psichica o fisica, o di qualsiasi altra differenza che caratterizzi le persone. 

Art .17 L’assistente sociale deve tenere un comportamento consono al decoro ed alla dignità della professione. In nessun caso abuserà della sua posizione professionale. 

Art. 33 L’assistente sociale deve contribuire a promuovere una cultura della solidarietà e della sussidiarietà, favorendo o promuovendo iniziative di partecipazione volte a costruire un tessuto sociale accogliente e rispettoso dei diritti di tutti; in particolare riconosce la famiglia nelle sue diverse forme ed espressioni come luogo privilegiato di relazioni stabili e significative per la persona e la sostiene quale risorsa primaria. 

Questi sono solo alcuni degli art. contenuti nel loro codice deontologico e secondo il mio parere anche i più significati. Tante belle parole, non trovate? Sono veramente pochi gli assistenti sociali che rispettano quanto scritto. La maggior parte di loro risolve la situazione, anzichè aiutare le famiglie, allontanandone i figli e poi lavandosene le mani. Perchè sprecare tempo ed energia aiutando i più bisognosi quando ottenere un più cospicuo profitto sottraendo i minori? Di questo ne parlerò in un secondo momento.

Ma veniamo a noi. Oltre al business, quali sono i principali motivi per i quali decidono di allontanare un minore dalla famiglia di origine? Tengo a precisare che non esiste una famiglia migliore di un'altra. Magari famiglie meno problematiche ma non per questo chi ha dei problemi non può crescere un figlio.

Io ho trovato 4 motivi:

  1. Il percorso di valutazione che porta all'allontanamento spesso non è sufficientemente approfondito
    In molti casi, l'assistente sociale agisce sulla base di pregiudizi e preconcetti. L'operatore, infatti, è spesso visto con timore dalle famiglie già fragili, che hanno paura di lui e non credono nel suo tentativo di aiuto. Quindi capita spesso che si chiudano e non siano collaborative; così l'assistente finisce per agire più sull'onda delle sue sensazioni che non su fatti reali basati su prove effettive
  2. Il percorso post-allontanamento per il minore e la famiglia è blando e incompleto
    Appena un minore viene allontanato, gli operatori dovrebbero avere già chiaro il percorso e le tempistiche di recupero per i genitori e di sostegno per il bambino. Questo non avviene praticamente mai. Dal percorso psicologico, che spesso vuol dire un incontro ogni 15 giorni; ai trasferimenti del minore, fino agli stessi incontri tra il bambino e i genitori, che spesso avvengono una sola ora ogni mese (spesso per questioni di costi); mancano le condizioni base previste dalla legge per permettere un rientro del bambino nella sua famiglia. Una situazione che determina poi il prolungamento della durata dell'allontanamento, oltre i 2 anni previsti dalla legge, che secondo l'indagine della Commissione Bicamerale riguarda quasi un bambino su quattro (il 23% dei casi). 
  3. La preparazione degli operatori non è adeguata
    Gli operatori spesso non sono adeguatamente preparati per affrontare queste situazioni e le università non danno il giusto contributo per formare professionisti in grado di comprendere il quadro legislativo in cui muoversi e come farlo.
  4. La mancanza di controllo sui bambini e sulle strutture in cui vengono affidati
    Ogni sei mesi, gli assistenti sociali dovrebbero controllare le condizioni del bambino e della struttura a cui vengono affidati. Questo succede pochissimo, come se l'allontanamento fosse l'ultimo passo di un percorso, quando invece il fine sarebbe il ricongiungimento familiare. Così il Tribunale dei Minori smette di interessarsi di questi bambini, esponendoli anche a dei gravi pericoli.

E a rimetterci ovviamente sono solo le famiglie e di questo parlerò nel mio prossimo post.

Continuate a seguirmi! 



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